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Cosa dice il Codice della Strada sulla circolazione dei monopattini in città

Che sia un monopattino in sharing, oppure un monopattino ad uso privato che viene utilizzato per spostarsi in città, vi sono delle regole ben precise da seguire anche per circolare in piena sicurezza. Tuttavia, non mancano alcune incertezze ed Esco si propone di fare chiarezza in quanto opera nel settore della micromobilità, soprattutto dopo la promulgazione del nuovo Codice della Strada a fine 2024.

La prima legge volta a regolamentare i veicoli appartenenti al segmento della micromobilità, prima di tutto i monopattini, risale al 2019 per poi essere revisionata nel 2020. Annata in cui vi è stata l’esplosione dei microveicoli a due ruote sia privati sia con le prime flotte in sharing in alcune città italiane. A fare la differenza, in un primo momento, è stato l’art. 33-bis del decreto legge 162/2019, il quale ha introdotto: le caratteristiche che deve avere un monopattino in quanto tale, limiti di età per la conduzione dei mezzi, obbligo di casco per i minori di 18 anni e l’obbligo di indossare giubbotti retroriflettenti in aree a scarsa visibilità.

Sulla stessa scia, in base al documento diffuso dal Ministero dell’Interno risalente al 2020, sono previsti una serie di punti che specificano le velocità massime che possono raggiungere i monopattini, cioè non più di 25 km/h quando circolano sulla carreggiata – ma solo entro aree dove il limite di velocità non supera i 50 km/h – e i 6 km/h quando circolano in aree pedonali. Dopodiché, in riferimento al casco non era previsto l’obbligo per tutti, ma solo per i minorenni e non doveva possedere particolari caratteristiche ma solo risultare “idoneo” alla protezione in caso di caduta.

COSA CAMBIA CON IL NUOVO CODICE DELLA STRADA DEL 2024

Nel 2024 l’opinione pubblica viene investita da una bufera di dubbi dopo la promulgazione del nuovo Codice della Strada, anche conosciuto come legge novembre 2024, n. 177. In particolare, il documento pubblicato in Gazzetta Ufficiale è intervenuto proprio in materia di monopattini elettrici, andando a modificare la precedente legge del 2019. Tra i punti più importanti, spicca l’inserimento da parte dei gestori in sharing delle cosiddette “zone rosse” nelle quali i monopattini non possono circolare. Altra novità è l’obbligo del casco per tutti, non più solo per i minorenni.

È stato introdotto il divieto di parcheggio sui marciapiedi, a meno che i Comuni lo consentano a determinate condizioni. Invece, uno dei commi più controversi è il “75 – vicies quater”, che prevede l’obbligo da parte dei proprietari dei monopattini elettrici di un contrassegno identificativo stampato dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Riassumendo brevissimamente: una targa adesiva e plastificata.

Dopo alcuni capoversi del nuovo Codice della Strada, si legge sull’obbligo della copertura assicurativa per la responsabilità civile. In caso di violazione delle norme che prevedono la targa e l’assicurazione si va incontro a sanzioni che vanno da 100 euro a 800 euro. Per quanto concerne la circolazione non sono variate le regole valide già nel decreto legge 162/2019.

COME SI OTTIENE LA TARGA PER IL MONOPATTINO

Uno dei commi più controversi e che ha creato più confusione è l’applicazione della targa al monopattino elettrico, visto che il nuovo Codice della Strada 2024 ne prevede l’obbligo. Al momento dell’entrata in vigore della legge a dicembre non era possibile ottenere la targa. Ma ad oggi la richiesta può essere fatta tramite la presentazione del modulo presso il Portale dell’Automobilista, in cui vengono spiegati i passaggi necessari per ottenere il certificato. In alternativa, gli utenti interessati alla richiesta possono rivolgersi alle agenzie di pratiche auto.

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