La mobilità condivisa è un trend che al momento non sembra voler arrestarsi, complici tanti fattori quali soprattutto la sostenibilità, l’emergenza climatica e la crescita del mercato. Il nuovo report pubblicato da Fluctuo dal titolo “European Shared Mobility annual review 2024” mette a disposizione dei dati interessanti sul panorama della sharing mobility in Europa. Una panoramica utile per capire a che punto è l’Italia su questo settore e come è possibile migliorare i vari servizi offerti.
Prima di iniziare la disamina del documento, occorre precisare cosa è Fluctuo e perché i suoi dati hanno una certa rilevanza. Si tratta di un’azienda che ha sede a Parigi e ormai è diventata un punto di riferimento per la raccolta e lo studio dei dati raccolti attorno alla mobilità condivisa.
Infatti, ogni anno, grazie agli studi che conducono, pubblicano documenti del genere che offrono una panoramica completa a livello europeo. Inoltre, per mezzo dei loro servizi data-driven e lo sviluppo di app MaaS puntano a fornire delle migliorie in questo settore in cui opera anche Esco.
I DATI SULLA MOBILITÀ CONDIVISA
Lo studio di Fluctuo sulla mobilità condivisa in Europa parte con un confronto che prende in riferimento l’annata che va dal 2020 al 2024 in tutti i paesi facenti parte dell’Unione Europea, tra questi viene preso in considerazione anche il Regno Unito.
I dati che sembrano più interessanti su questa scia sono il numero di veicoli in sharing presenti: nel 2020 erano 493.000 e nel 2024 si è raggiunta quota 940.000. Un numero che si è andato a stabilizzare dopo un’impennata che si è registrata tra il 2022 e il 2023 per via di varie norme adottate da alcuni paesi, come il divieto dei monopattini a Madrid e Parigi.
Sotto l’aspetto economico, si è passati dai 600 milioni di euro nel 2020 a un valore del segmento di mercato pari a 2.1 miliardi di euro. Le entrate maggiori derivano dai monopattini e le biciclette in sharing station based (cioè che vengono riposte in apposite stazioni di ricarica).
IL MERCATO EUROPEO NEL 2024
Tra i Paesi europei con il maggior numero di mezzi in mobilità condivisa spicca l’Italia che si posiziona quarta dopo Germania, Polonia e Francia; a chiudere la classifica vi è il Regno Unito al quinto posto. In Italia nel 2024 si contano un totale di 83.000 veicoli in sharing presenti sul territorio, a fare da padroni sono i monopattini. A livello europeo sono stati effettuati dagli utenti un totale di 640 milioni di tratte con l’uso dei trasporti in mobilità condivisa. I dati per l’utilizzo sono suddivisi così: il 40% con l’uso dei monopattini, 36% biciclette, 14% biciclette in free-floating, 7% car sharing e il 3% con i motorini.
È interessante il segmento che concerne le biciclette station-based, poiché dimostra di essere consistente in termini di crescita e stabilità con l’aumento delle flotte e delle corse effettuate. Rispettivamente cresciute del 9% e del 12% confrontando il 2024 al 2023. L’investimento più importante fatto in Europa per il bike sharing di questa tipologia è stato registrato in Spagna con circa 20 milioni di euro – come emerge dal report di Fluctuo.
Tra le biciclette in mobilità condivisa, non vanno male quelle in free-floating che hanno registrato un incremento di mezzi disponibili del 18% e del 58% per uso da parte degli utenti. In Italia il trend delle bici in flotta libera rimane stabile al momento. Tuttavia, si prevede una crescita per il 2025, anche per via del nuovo Codice della Strada che prevede l’obbligo del casco solo per i monopattini e non per i veicoli a due ruote in questione.
Lo scenario è diverso per i motorini in sharing che non risultano essere in crescita, anzi si è verificata una decrescita. Una potenzialità è rappresentata dalle automobili, non a caso le flotte sono aumentate del 2% e le corse del 5%. Si assiste dunque ad una crescita stabile e lenta, ma soltanto per via dei costi previsti a differenza della gestione delle flotte di microveicoli.