Il mercato del vehiclesharing non si ferma, continua la crescita per alcuni segmenti del medesimo settore, ma non mancano le note negative legate ad una serie di fattori. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio della sharing mobility, del 2024, mette in luce alcuni dati interessanti che guardano sia al presente sia a trend utili per il futuro.
Tra il 2023 e il 2024 si è registrata una riduzione dell’offerta complessiva concernente la sharing mobility per via della rimodulazione del segmento dei monopattini in sharing, che prima ha avuto un’esplosione che ha causato una saturazione del mercato per poi ritrovare una sua stabilità. Non a caso, la domanda complessiva non ne ha risentito: il numero di chilometri percorsi rimane invariato, come il fatturato.
I SETTORI PIÙ FORTI DEL VEHICLESHARING
Il mercato del vehiclesharing si suddivide in alcuni settori, tra i quali il bikesharing che è un po’ la punta di diamante e rappresenta una curva di crescita tra le più interessanti nel 2023. Infatti, aumenta il numero di biciclette elettriche, soprattutto in free-floating, che spesso sono gestite dalle stesse compagnie che si occupano dei monopattini in sharing. Tra il 2022 e il 2023 le bici di questa tipologia erano circa il 62% delle biciclette condivise. Nel 2024 si è registrato un incremento del 22%.
I monopattini in sharing risultano essere tra i più utilizzati, anche se dopo l’esplosione del servizio, nel 2023 si è visto un ridimensionamento del settore. Però il numero di noleggi rimane stabile, a conferma del fatto che rimangono fra i mezzi preferiti dagli utenti della mobilità condivisa. Chiaramente, i monopattini in sharing sono preferiti per percorsi di non più di 2 Km.
A registrare un forte calo è lo scootersharing, che in Italia ha visto l’abbandono di molti operatori e solamente uno ormai risulta attivo. In generale, dall’ottavo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility emerge che la domanda nel mercato italiano rimane più che stabile e in modelli di business impiegati dalle aziende vengono di volta in volta rivalutati.
QUANTO SONO IMPORTANTI I MEZZI IN SHARING
Il Rapporto, realizzato anche con l’ausilio di un questionario, ha mostrato una preferenza da parte degli utenti, facenti parte del campione d’indagine, verso i servizi di sharing come “molto importante”. La risposta è stata data da circa l’8o% dei fruitori del servizio. Dunque questo tipo di spostamenti ricopre un ruolo non da poco nella mobilità delle città italiane.
Tra i veicoli condivisi tra i più utilizzati dagli italiani vi è il bikesharing che aumenta con il free-floating rispetto allo station-based, in totale, ad oggi, si contano circa 40.000 unità in tutta la nazione. Ma non sono mancati i colpi di scena, in quanto tra il 2023 e il 2024 uno degli operatori più importanti del settore ha abbandonato il mercato italiano.
Tra le città con più bici elettriche in sharing ci sono: Milano, Roma, Bologna, Firenze e Torino che vanno a comporre la top 5. Nemmeno una città della Sicilia rientra nella classifica delle prime dieci per il bikesharing, il che fa dedurre che occorre implementare questo settore dalle enormi potenzialità – come dimostrano i dati. Diversamente accade per i monopattini, poiché Palermo rientra nelle prime cinque città dove i micro-veicoli a due ruote sono più utilizzati e presenti. Per tale motivo, Esco gioca un ruolo chiave per garantire una perfetta gestione delle flotte presenti sul capoluogo siciliano. Quindi è importante contrastare fenomeni di disagio come quelli a cui si sta assistendo in questo periodo a Palermo. Numerosi monopattini in sharing sono stati rubati e vandalizzati, raggiungendo la cifra di una decina di mezzi al giorno e risulta necessario l’intervento da parte delle Istituzioni.
IL GIRO D’AFFARI DEL VEHICLESHARING
Oltre che l’utilità dei servizi in sharing è da notare il giro d’affari, il quale per lo Stato registra un’entrata non da poco. Tra il 2021 e il 2022 il fatturato del vehiclesharing è aumentato del 38% e un punto in più nel 2023, per un valore totale di 178 milioni di euro.
Le maggiori entrate derivano dai monopattini e dal carsharing in free-floating, le quali rispettivamente hanno la quota del 36% e del 34%. Le casse dell’Erario si rimpinguano per mezzo dell’IVA che è al 22% sui servizi in sharing, quindi per un totale di 32 milioni di euro considerando lo stesso periodo.